Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...
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mi pesa molto dare un voto normalmente al di sotto della media, ma a me è piaciuto fino a un certo punto. a De Sica non tolgo nulla, è un grande regista (anche se preferisco Fellini, ma non si sa mai) e questo è il Neorealismo per eccellenza, ne ho visti altri di film di questa corrente come Soliti Ignoti, La Strada, Ossessione e mi sono piaciuti immensamente (soprattutto il primo), ma questo non mi ha preso alla stessa maniera degli altri. tutti quelli citati hanno quest'enorme ombra di amarezza, disillusione, tristezza, ironia, povertà, ma questo supera il livello che gli altri registi non hanno mai valicato (meglio). ora si dirà che dovevo guardarlo più a fondo e cosa del genere, ma a me tutta questa tristezza, quest'alone di miseria (non oggettiva, ma spirituale, interiore) mi ha toccato negativamente (ho tra l'altro dormito malissimo dopo e per tutta la sera sono rimasto inavvicinabile, tanto era il mio rancore) e ne sono ancora scosso. una scena che mi ha ferito è stata quella in cui il bambino che suona la fisarmonica viene calciato via dall'attacchino che sta spiegando il lavoro al protagonista con una violenza, una cattiveria, una malvagità spaventose. il film a mio parere prende due cose: la situazione italiana nel dopoguerra che tutti notano e che è un simbolo del neorealismo e la ricerca del vero: è una mia fissa poichè il mio scrittore preferito è Manzoni e farò un confronto con le due differenti ricerche di questo verostorico: l'interrogativo che pone questo motivo letterario è Dov'è nel mondo la giustizia? ne I Promessi Sposi e in Ladri di Biciclette notiamo come l'umile viene martoriato dalla giustizia terrena in ogni luogo: nella polizia, nella religione, nella società, nella famiglia. anche Renzo nei capitoli su Milano è un innocente perseguitato dalla giustizia, ora questi due capolavori hanno una sostanziale differenza, ossia che il romanzo offre una via di salvezza, quella divina (la vera giustizia è quella di Dio e alla fine il vero cristiano è vessato da quella dell'Uomo, ma trionfa prima o poi tramite la Carità e la Grazia divina...in soldoni, ma è più complicato), mentre il film non offre nulla e seppur arrivi a una rappresentazione quasi documentaristica della realtà, non offre nulla allo spettatore se non profonda sfiducia e disillusione; era il Dopoguerra, ma non poteva essere meglio senza sfociare nel buonismo, dare una visione di speranza a questa realtà? il mio è un interrogativo senza pretese e senza moralismo religioso, perchè comunque è un film bellissimo.